L'esproprio
Nel periodo di reggenza del Manca all'Asinara arrivarono diversi pescatori camoglini che sposarone le donne del posto. Il feudalesimo cessato nel frattempo di fatto con la rinuncia del Manca a tutti i suoi balzelli, venne soppresso per legge nel 1837.
Seguì così un periodo di circa 50 anni in cui l'isola visse un periodo di relativa calma, considerata di fatto un comune anche se in realtà sotto il controllo di Porto Torres. Nel 1854 fu decretata dal re di Sardegna la costruzione del faro a Punta Scorno.
Ma le vicissitudini di quest'isola erano ben lontane dal terminare. Nel 1885 spinto da una grave crisi di colera, il Governo decise di istituire un lazzaretto a Cala Reale e una colonia agricola penale a Cala d’Oliva. La Legge n.3183 del 28 giugno 1885 autorizzava quindi l’espropriazione dell’Asinara. Non fu impresa semplice sgomberare l'isola e si dovette ricorrere all'uso della forza. Mentre i pastori che abitavano l'isola ed i residenti di Cala Reale furono trasferiti con la forza in diverse aree della Sardegna, le 45 famiglie di pescatori residenti a Cala d'Oliva ottennero invece il territorio di fronte all'Asinara dove fondarono il paese di Stintino. Per una approfondita descrizione di Stintino e della Pelosa potete visitare il sito
Stintino.net. Iniziarono quindi i lavori di costruzione del lazzaretto che fu denominato 'Stazione Sanitaria Marittima quarantenaria'. La colonia agricola penale prese invece il nome di 'Casa di lavoro all’aperto' e fu composta da due diramazioni, una a Fornelli e l'altra a Tumbarino.